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La Commissione Europea ha tirato fuori dal cilindro un nuovo Piano d’Azione Industriale che punta a rimescolare le carte della strategia di decarbonizzazione dell’Unione Europea. E tra le novità più chiacchierate c’è un bel rinvio: le scadenze per la misurazione delle emissioni sono state spostate all’inizio del 2028. Una mossa che, di fatto, dà un po’ di respiro ai produttori di veicoli, evitandogli – almeno per ora – le temute multe miliardarie.
Il piano, che introduce anche una serie di nuovi incentivi per i progetti green, ha sollevato non poche perplessità soprattutto nel settore dei trasporti su strada. Se da un lato c’è chi vede il bicchiere mezzo pieno, dall’altro molti restano scettici: tra infrastrutture che mancano, tecnologie ancora acerbe e obblighi potenzialmente pesanti per le aziende, l’ottimismo è un lusso che non tutti possono permettersi.
Batterie sì, ma solo batterie?
La Commissione continua a spingere sulla trazione elettrica a batteria, indicandola come la via maestra verso un futuro più pulito. Ma c’è un problema: sembra che altre tecnologie siano finite nel dimenticatoio. Idrogeno? Biocarburanti? Carburanti rinnovabili? Tutti grandi assenti o quasi.
Ed è qui che arriva la voce dell’IRU (International Road Transport Union), che ha accolto positivamente alcuni punti del piano, come gli incentivi per rinnovare le flotte e l’accesso migliorato alle infrastrutture di ricarica. Però non ha mancato di far notare una certa mancanza di neutralità tecnologica. Insomma: perché spingere solo su una tecnologia quando le alternative ci sono (o potrebbero esserci) e meritano attenzione?
E le infrastrutture?
Altro tasto dolente: la rete infrastrutturale, soprattutto per i veicoli pesanti. La Commissione non ha previsto una revisione anticipata delle norme sulle emissioni di CO₂, una mossa che avrebbe potuto aiutare ad allineare le grandi ambizioni europee con la realtà sul campo. Gli operatori del settore chiedono da tempo che si prendano in considerazione anche carburanti puliti, ma finora sembra che le richieste siano rimaste un po’ nel vuoto.
Obblighi in vista?
Il piano prevede anche incentivi mirati per “ecologizzare” le flotte aziendali, un segnale positivo secondo l’IRU. Tuttavia, tra le righe si teme l’introduzione di obblighi di acquisto per questi veicoli, che potrebbero diventare un macigno per molte aziende – specialmente se non accompagnati da adeguato supporto economico e normativo.
In sintesi…
Il nuovo piano europeo segna senza dubbio un passo importante, ma anche un percorso ancora tutto da costruire. Bene gli incentivi, bene il rinvio, ma serve una visione più ampia e soprattutto più realistica per un settore strategico come quello dei trasporti. Per ora, tra entusiasmo e incertezze, gli occhi restano puntati su Bruxelles. Vedremo se alle parole seguiranno (finalmente) i fatti.
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Priano Marchelli