Alla COP29 di Baku, durante il Resilience Day, l’iniziativa multi-stakeholder Resilience4Ports ha lanciato una call to action per affrontare i rischi del cambiamento climatico nelle infrastrutture portuali mirando a creare un sistema sicuro e adattabile, capace di proteggere le operazioni commerciali e le comunità costiere. Grazie alla collaborazione internazionale, Resilience4Ports rappresenta un modello per la sostenibilità e la resilienza futura del settore.

Alla COP29 di Baku, durante il Resilience Day, è stata lanciata un’importante call to action dall’iniziativa multi-stakeholder Resilience4Ports, che segna un passo innovativo nel settore portuale. Questo primo impegno settoriale mirato alla resilienza climatica rappresenta un segnale concreto per affrontare i rischi e le sfide poste dal cambiamento climatico sulle infrastrutture portuali e sulle comunità costiere.

Un progetto guidato dalla cooperazione internazionale

Resilience4Ports, promossa dalla Coalizione Internazionale per le Infrastrutture Sostenibili (ICSI), si avvale della collaborazione di partner chiave come Arup, i Campioni di Alto Livello delle Nazioni Unite per il Cambiamento Climatico e la Lloyd’s Register Foundation. Questa rete di attori si propone di accelerare la resilienza delle infrastrutture portuali attraverso l’implementazione di metriche specifiche e l’incoraggiamento di strategie sostenibili.

L’obiettivo è creare un sistema portuale globale sicuro e capace di adattarsi, non solo per proteggere le operazioni commerciali, ma anche per salvaguardare le comunità che dipendono dai porti.

Le quattro azioni chiave della call to action

La call to action, lanciata in occasione della COP29, invita politici, operatori portuali, investitori e organizzazioni internazionali ad aderire a un piano d’azione basato su quattro pilastri fondamentali:

1. Comprendere e gestire i rischi climatici: identificare e valutare i potenziali impatti del cambiamento climatico sulle infrastrutture portuali.

2. Integrare la resilienza nei modelli di business: adattare le strategie aziendali per includere misure che rafforzino la sostenibilità e la capacità di risposta ai cambiamenti climatici.

3. Promuovere la continuità operativa per le comunità: garantire che le comunità portuali siano pronte e resilienti di fronte alle sfide ambientali.

4. Condividere conoscenze ed esperienze: favorire la diffusione di best practices e lezioni apprese per migliorare la resilienza a livello globale.

La COP29 come piattaforma per il cambiamento

La scelta della COP29 come teatro per lanciare questa iniziativa non è casuale. La conferenza delle Nazioni Unite, che quest’anno si tiene a Baku, rappresenta un’occasione unica per affrontare le emergenze climatiche. Gli obiettivi dell’Agenda di Adattamento di Sharm-El-Sheikh, centrali nella discussione, sottolineano l’importanza di sviluppare infrastrutture resilienti, con un’attenzione particolare ai Paesi emergenti e agli Stati insulari vulnerabili.

La sfida climatica e l’urgenza di agire

Gli impatti del cambiamento climatico, come l’innalzamento del livello del mare e gli eventi meteorologici estremi, rappresentano una minaccia concreta per i porti, basti pensare ai danni multimiliardari causati dall’uragano Katrina o dal tifone Maemi. Questi episodi evidenziano quanto sia urgente adottare misure per proteggere infrastrutture vitali per l’economia globale.

Un futuro resiliente per i porti

Attraverso Resilience4Ports e il suo piano d’azione, si sta costruendo una visione a lungo termine in cui i porti non solo resistono alle sfide climatiche, ma si trasformano in catalizzatori di cambiamento per la sostenibilità globale. Con il contributo di attori pubblici e privati, questa iniziativa mira a garantire porti resilienti, sicuri e sostenibili per le generazioni future.

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Priano Marchelli